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    00 01/08/2007 14:21
    Ti piace scrivere? Hai già scritto una FanFic dedicata a Leo? Ke aspetti a postarla? Se nn l'ha ancora fatto sbrigati, io nn vedo l'ora di leggerla [SM=g19862] !
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    "Io credo ancora nel paradiso, ma almeno adesso so che non è un posto da cercare fuori, perchè non è dove vai, lo trovi dentro, quando senti, per la prima volta nella tua vita, di far parte di qualcosa di bello. E se lo trovi, quel momento, dura per sempre..."
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    -Dolphin-
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    00 12/08/2007 20:27
    Navigando un po' ho trovato questa breve FanFic, dedicata a Titanic
    Non era Jack Dawson

    di

    Ginnyred [SM=x1334808]


    Un fischio acuto, prolungato si diffuse nell'aria.
    L'ufficiale a guida della più vicina tra le scialuppe di salvataggio, udendolo, si voltò di scatto e puntò la propria torcia verso il luogo da cui il fischio proveniva.
    In un primo momento non vide anima viva, poi, socchiudendo gli occhi, individuò una ragazza, vestita sontuosamente, che si tratteneva a stento su un relitto della nave ormai affondata.
    L'aveva già notata più volte, mentre camminava tranquilla su e giù per il ponte del Titanic, suscitando ammirazione in chiunque la guardasse.
    Quello, però, non era il momento di perdersi nei ricordi: la ragazza doveva essere salvata.
    "Remate!" ordinò l'ufficiale ai passeggeri della sua scialuppa.
    Questi, non prima di avergli scoccato un'occhiata carica d'astio - dettata probabilmente dalle loro condizioni fisiche - obbedirono.
    La scialuppa si accostò delicatamente al relitto cui era aggrappata la ragazza, e l'ufficiale notò che questo non era altro che una parte della parete del salone principale.
    Reprimendo le lacrime al pensiero del Titanic distrutto, l'ufficiale tese la mano alla ragazza e la trasse in salvo sulla scialuppa.
    Subito, notando il suo vestito a brandelli, uno dei più magnanimi passeggeri le fece dono di una coperta di lana, per scaldarsi.
    Rose lo ringraziò come poteva, mentre cercava di far cessare il battito inconsulto dei suoi denti.
    "C'è qualcun altro qui?" domandò alla ragazza l'ufficiale. "Vivo, intendo."
    La ragazza fece per scuotere la testa, quando si ricordò di lui.
    "Forse." rispose, debolmente. Stava mentendo spudoratamente e lo sapeva. Aveva visto con i suoi stessi occhi Jack ed era certa che fosse morto, insieme tutti gli altri, ma aveva bisogno di vedere un'ultima volta il suo viso, fosse stato anche privo di vita.
    "Dove?" domandò l'ufficiale.
    Rose, tremando, indicò con un dito il relitto che aveva abbandonato per raggiungere il secondo, quello dal quale era stata salvata.
    La scialuppa avanzò lentamente in quella direzione.
    Arrivati nel punto preciso che Rose aveva indicato, tutti i passeggeri lasciarono andare i remi nello stesso momento e si sporsero dal bordo della scialuppa per cercare chiunque, in quella parte di oceano, fosse ancora vivo. Non videro nessuno.
    "Non c'è nessuno qui, signorina." annunciò l'ufficiale, in tono grave, guardando Rose.
    Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime.
    "Ne è sicuro?"
    "Ne sono certo," rispose lui, annuendo più volte. "Chi pensava di trovar-"
    "Ufficiale!" un urlo interruppe le parole dell'uomo, che si voltò verso chi lo aveva chiamato. Era un uomo alto, vestito poveramente, che si sbracciava e urlava in direzione dell'ufficiale dalla prua della scialuppa.
    "Mi dica." lo esortò l'ufficiale.
    L'uomo indicò un punto poco lontano da dove si trovava la scialuppa.
    "Laggiù," disse. "C'è qualcuno che si muove."
    L'ufficiale si voltò a guardare: era vero, qualcuno si muoveva laggiù, seguendo l'andamento delle onde. Sospirò di sollievo, ma allo stesso tempo si sentì in dovere di evitare di illudere i passeggeri della scialuppa.
    "E' vero, c'è qualcuno laggiù," affermò. "Ma potrebbe essere già morto; le onde riportano a galla... di tutto."
    Rose, dal suo cantuccio, piangeva. Jack non era più dove lo aveva lasciato, dunque lei aveva perso ogni speranza di rivederlo. Ma perché, perchè lo aveva lasciato? Avrebbe dovuto portarlo con sé, nonostante la certezza che fosse trapassato. Era stata una codarda ad abbandonare il suo corpo.
    Promettimi che non ti arrenderai, che cercherai in tutti i modi di salvarti.
    Il ricordo delle sue parole non ebbe alcun effetto benefico su di lei, anzi accrebbe i suoi singhiozzi. Si era salvata, questo sì, ma non aveva fatto nulla per portare in salvo anche il corpo di Jack.
    La scialuppa si fermò ancora una volta, l'ufficiale tese una mano verso il basso e un uomo vi salì a bordo. Era congelato. Aveva le labbra viola e la carnagione pallidissima - quasi cadaverica - ma era vivo.
    Sulle spalle portava un fardello, avvolto da stracci, che probabilmente lo aveva appesantito non poco, nel suo tentativo di salvarsi.
    Lo lasciò cadere a terra e l'intero equipaggio trattenne il respiro. Non era un fardello qualsiasi, era un uomo.
    I capelli gli ricoprivano quasi interamente il volto e gli stracci dai quali era avvolto non erano altro che i suoi abiti, ormai distrutti.
    L'ufficiale gli scostò i capelli dal viso, per tentare un riconoscimento, e Rose cacciò un urlo.
    "Signorina," disse il passeggero che le aveva donato la coperta. "Va tutto bene?"
    Lei indicò l'uomo che giaceva a terra, sul quale erano chine diverse persone.
    "E' lui!" urlò.
    "Lo conosce?" chiese l'ufficiale, guardandola. "Chi è?"
    "Era Jack." rispose lei, tremante. "Jack Dawson"
    L'ufficiale sorrise, raggiante.
    "No, signorina, si sbaglia." disse. "Non era Jack Dawson. Lo è ancora."

    FINE

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    "Io credo ancora nel paradiso, ma almeno adesso so che non è un posto da cercare fuori, perchè non è dove vai, lo trovi dentro, quando senti, per la prima volta nella tua vita, di far parte di qualcosa di bello. E se lo trovi, quel momento, dura per sempre..."